Gambe in movimento in un parco conosciuto, al di qua del cancello. Braccia che vorrebbero allungarsi a “toccare” il lago. Solo lo sguardo scivola libero oltre, sfiorando l’acqua, fino ad abbracciare la manciata di case sulla sponda lontana e, sostenuto dall’immaginazione, vi entra: guarda le vite che scorrono, i piedi che calpestano suolo ignoto, le gambe che si movono in un altro parco specchio di quello già conosciuto.